Dizionario pratico italiano-giuridichese

Diversi anni fa, il primo giorno di lezione all'università, un professore ci ha introdotto al nostro corso di studi sostenendo che quello che avremmo dovuto imparare non era affatto una serie di nozioni ma un vero e proprio nuovo linguaggio. In linguaggio che forse qualcuno (figlio di avv. ndr) era in grado di capire ma che ancora nessuno certamente era capace di parlare. Lì per lì annuimmo tutti con il tipico entusiasmo della matricola entusiasta ma spaventata ma credo che solo qualche anno dopo siamo stati in grado di capire a fondo quello che intendeva. 
Secondo il professore il vero segreto del giurista  per sembrare colti e raffinati è quello di utilizzare gli stessi termini utilizzati generalmente della gente comune ma con significati diversi. Quello che per un cittadino medio vuol dire una cosa per un giurista può voler dire qualcosaltro di più specifico, più tecnico o anche qualcosa di completamente diverso. Nel momento in cui, alla fine, vogliamo tirare il colpo di grazia e stendere chi ci troviamo davanti, ecco che ci buttiamo qualche parola strana (aka inventata da giuristi ubriachi ormai morti e sepolti da un pezzo, non più in grado, quindi, di dire che stavano scherzando), spesso formata dall'unione a caso di sillabe che non suonano neanche bene insieme. Seguendo questo procedimento state certi che la persona comune che vi troverete davanti a quel punto resterà disarmata. La persona giuridica (non persona giuridica, vi prego, cercate di capirmi) invece vi obietterà che veramente la Cassazione con una sentenza a sezioni unite del 2006 ha detto che... e lì dovete mollare la presa.
Qualche esempio:
- Approfittamento. Il frutto di chi si è approfittato di qualcuno \ qualcosa. (vd Frutto)
- Capitoli. Elenco numerato: perchè la gente deve essere mandata in confusione anche per le regole basiche di ortografia e sintassi.
- Concludere. Dare il via. Per esempio un contratto: dal momento in cui è concluso prendono il via gli effetti previsti.
- Distrazione. Destinare ad un fine diverso da quello per cui un bene è destinato. Nulla centra con la carenza di sonno o la sbadataggine.
- Elevare (verbale). Scrivere. 
- Enfiteusi. Accozzaglia di sillabe a caso che indicano un diritto minore che attribuisce il potere di godimento del fondo altrui.
- Frutto. Ciò che è sorto naturalmente da qualcos'altro di preesistente. In ogni caso nulla di edibile*.
- Invenzione. In diritto privato è uguale a ritrovamento.
- Necessitata. Aka necessaria
- Perento. Del termine perito, scaduto. 
- Preveduto. Versione figa e snob di previsto.
- Produrre. Se in italiano è un verbo che lascia intendere il fare \ modellare qualcosa con le proprie mani, da queste parti lo utilizziamo come allegare, aggiungere qualcosa a quanto si dice.
- Ripetere. In italiano vuole intendere un fare un qualcosa già fatta in precedenza un'altra volta. In giuridichese: chiedere indietro qualcosa (indebitamente) ricevuto. 
- Subitaneo. Aggettivo proprio di ciò che accade subito. Chiaro, no?


*Edibile è italiano, non giuridichese, se non sai cosa significa ti consiglio di cercarlo su un vero dizionario.

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