Pensierini mattutini

C'è questo momento del primo dell'anno dove tutto pare essere sospeso. Le lancette dell'orologio girano per abitudine ma il tempo non scorre realmente. E' il momento che segue l'alzata da letto, un po' più tardi del solito, in alcuni casi decisamente più tardi del solito, quando in testa rimbomba ancora il count down della sera prima, la musica del trenino tra i tavoli del veglione o lo squallido siparietto che è stato mandato in onda da Canale 5 e al quale non hai potuto fare a meno di assistere solo per amore dell'orrido.
Tutto è silenzioso, come a voler ultracompensare il frastuono delle ore precedenti. In lontananza senti la presenza di altre persone, qualcuno posteggia la macchina di ritorno a casa, altri stanno alzando le tapparelle per dare il buongiorno a questo 2013. Con la tazza del caffè ancora caldo in mano si pensieri vanno in tante direzioni, o forse in nessuna. Viene automatico rivolgere il pensiero a quello che staranno facendo altre persone o rimettere insieme i pezzi della serata precedente. Non sono mai stata una grande amande del Capodanno, o almeno ho smesso di esserlo da quando sono entrata nell'età della ragione: prima era l'unica sera all'anno in cui mi era concesso stare sveglia più a lungo e bere una sorsata di spumante: quindi non era così male. In seguito ho incominciato a maltollerarlo, a soffrire per tutto il circo che gira intorno come se fosse davvero necessario festeggiare come se non ci fosse un domani ma, più recentemente, mi sto sforzando davvero a cambiare ancora una volta il mio atteggiamento, tentando quantomeno di sopportarlo, nella speranza che chi mi circonda sopporti me.
Un vicino incomincia a ridere ed io mi domando come possa costantemente essere così pieno di spirito dopo aver dormito 4 ore, forse però è solo una questione di abitudine. Io mi limito a tirare un sospiro di sollievo felice che anche quest'anno sia andato, che la fatidica notte sia passata e che non sia successo niente. Una delle cose che meno sopporto del capodanno è proprio questo sensazione, che forse è solo mia, non so, che tutto possa accedere, come se il fato  solo per una notte all'anno sia in grado di accanirsi più del solito. Guidare mi mette adosso un'ansia imprevedibile, come se il legittimo affidamento per una notte non valesse. Non mi piace l'idea di dover uscire di casa, e non mi piace l'idea di dover lasciare da soli i gatti preparando per loro un assetto da guerra, nella speranza che possano sentire e soffrire il meno possibile i botti. Non mi piace il dover confidare nella bontà dei vicini di casa che non ti facciano saltare all'aria casa in un impeto improvviso di festeggiamento. Non mi piacciono i ragazzi che per strada lanciano petardi, perchè temo di veder saltare in aria arti da un minuto all'altro, perchè spero di non trovarmeli mai tra le ruote, perchè spero che un colpo un po' più vicino o un po' più forte degli altri mi faccia rotolare al suolo, me e la moto. Non mi piace neanche l'odore di zolfo che rimane dell'aria... e se per questo non mi piace neanche vedere Costantino che brinda insieme a Barbara D'Urso, sapendo che almeno su Rai 1 Carlo Conti si sta facendo il mazzo quantomeno Live. Ed eccomi nuovamente su questo punto, credo che mi abbia segnato veramente vedere Spagna ormai sfigurata dalla chirurgia plastica. O Carmen Russo e Enzo Paolo Turchi pretendere di muoversi a tempo sulla musica dei Negramaro ed azzardare una battuta sul suo stato interessante.  O constatare che per i Ricchi e Poveri il tempo non passa mai. Per la cronaca no, la brunetta non è sposata con Gatti.

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