Season Premiere - Grey's Anatomy, nona stagione

Sul finale della scorsa stagione eravamo rimasti (così) particolarmente sconvonti dall'accaduto. Buona parte dei medici del Seattle Grace era precipitata su un'isola praticamente deserta e le condizioni mediche generali dopo sole poche ore di permanenza non erano affatto promettenti. Oggi siamo a conoscenza del fatto che il soggiorno durò ben una settimana e che non finì per tutti a tarallucci e vino.
Questa nona stagione riprende ad un mese di distanza dall'accaduto. Nuova stagione, nuova moria di medici: questa ormai è la cantilena che potrebbe anche, francamente, essere abbandonata a questo punto. Qualche mese fa avrei messo la mano sul fuoco sul fatto che Lexie in un modo o nell'altro sarebbero riusciti a riportarla in vita, più che altro me lo faceva sospettare il fatto che la questione fu risolta in fretta e furia attraverso un vabbè, è morta! Oggi ancora si continua a non piangere per lei e mi domando se la ragazza stava proprio antipatica ai produttori o cos'altro può essere successo?
Altro individuo che non se la passa troppo bene, al di la di ogni (mia) previsione, è Sloane: in coma da quel giorno, in procinto di essere staccato dai macchinari come esplicitamente richiesto nel suo testamento biologico. A piangere al suo capezzale l'amico di sempre Derek e Callie, ormai sull'orlo di una crisi di nervi. Se aver fatto fuori metà cast attraverso uno schianto aereo non fosse ancora risultato eccessivamente duro e triste, per Sloane la cosa è andata profondamente oltre, per tutto l'episodio abbiamo osservato l'orologio nell'orribile prospettiva che scoccasse il 30° giorno senza che il miracolo si verificasse, abbiamo sperato che quelle lancette si fermassero e dessero il tempo alla situazione di ristabilizzarsi come noi avremmo voluto, eppure le 17.00 sono giunte inesorabilmente e siamo rimasti con lui tutto il tempo, da quando i macchinari sono stati spenti, fino all'ultimo respiro.
Coloro che sono sopravvissuti anche a questa ennesima catastrofe, in fondo, non se la stanno passando meglio. Qualcuno ha potuto finalmente abbandonare la sciatta tutina azzurra in favore di una più elegante blu notte, qualcun'altro è stato dotato di un nuovo set di specializzandi da torturare... ma il problema principale da affrontare sono gli incubi! Meredith dopo questo ennesimo affronto ricevuto dalla vita si è meritata il titolo di medusa, come il mostro mitologico, ereditando pienamente il ruolo che un tempo fu della Baley (oggi troppo occupata a recuperare il tempo perso). Derek non ha ancora recuperato pienamente l'uso della mano fracassata sull'atollo... che per un chirurgo non mi sembra una buona cosa. Cristina si trova dalla parte opposta del paese, nella speranza di scansare le maledizioni del Seattle Grace, circontata da chirurghi sull'orlo della pensione dal repertorio aneddottico particolarmente consistente e un primario non bene in grado di rispettare le sue aspettative. Infine c'è Alex, con un piede fuori dalla porta dalla scorsa stagione, ma con sempre nuovi motivi per cui non partire. E non parlo delle specializzande da passare in rassegna. Pare che questo possa essere veramente il giorno adatto ad abbandonare tutti e dare il via ad un nuovo capitolo della sua vita... o forse no! Non è ancora il momento: c'è bisogno di qualcuno che salvi tutto il lavoro fatto fino e che sia in grado di raccogliere l'eredità di Arizona.
Quando tutti pensavamo che anche su Arizona fosse stato calato un discreto velo pietoso, ecco arrivare l'ultimo colpo di scena: la dottoressa non è affatto morta anch'essa in quel bosco, semplicemente è isolata a casa sua, in preda alla depressione più nera a seguito dell'amputazione di entrambe le gambe! Tempi grigi a casa Torres!

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