Il pittore che visse due volte - Chris Paling

Il pittore che visse due volte è semplicemente un libro che ti rapisce. Ti ammalia e ti rapisce. Tutto parte già dalla copertina, così non semplicemente colorata, che ti invita a prendere il libro dallo scaffale ed a sfogliarlo. Poi si incomincia a leggerlo e quella è la fine, perchè fino al momento in cui non si arriva alla fine si può anche smettere di avere una vita sociale, un lavoro, un'attività di studio: tutto è inutile.
Chris Paling, prima ancora di essere scrittore, è stato autore di fiction per la BBC: il suo nome dalle nostre parti è praticamente sconosciuto a chiunque, tranne che a Wikipedia chiaramente, perchè questo è il primo romanzo che viene tradotto e venduto anche in Italia, ma ben altri 8  l'anno preceduto... e speriamo solo che qualcuno pensi di andare a recuperarli, perchè sarebbe un vero peccato. Questa sua precedente vocazione ha portato anche a questo romanzo una curata attenzione per i dettagli, puntuale ma asciutta. In ogni istante il lettore è certo e sicuro del luogo in cui si trova ed in compagnia di chi, non si fa attenzione solo ai gesti, ai movimenti e alle parole di chi è al centro della scena, ma complessivamente all'intero ambiente. Sembra di essere veramente in un determinato luogo, eppure non si dilunga mai in estenuanti descrizioni o arzigogolate ricostruzioni. 
Vera perla di saggezza la costruzione della vicenda su due piani narrativi temporali differenti. Da un lato, quindi, il periodo storico in cui si svolge il fatto principale, dall'altro lato un piano temporale ambientato al giorno d'oggi, che va ad incastrarsi e a svilupparsi di pari passo con quanto il lettore ha appreso sino a quel momento, senza anticipare niente (magari lasciando intuire qualcosa attraverso indizi) ma soprattutto permettendo, attraverso stratagemmi, anche ai protagonisti di venire a conoscenza di quanto accaduto un poco alla volta.

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