Il diario di una nerd superstar

Non seguo una serie tv che parla di adolescenti dai tempi di Orange Country! Certo, c'è stato anche Gossip girl, ma ben in fretta hanno smesso di andare a scuola, bel presto ho smesso di seguirlo... e comunque i magnifici 5 dell'Upper east side non sono mai sono stati adolescenti. Mi sono domandata se i teen mi hanno così tanto intrappolata da piccola, perchè io avevo la loro stessa età, perchè all'epoca ne sfornavano a ripetizione o se semplicemente ho smesso di seguirne perchè hanno smesso di essere di buona qualità come un tempo. Poi è arrivato il diario di una nerd superstar e finalmente ho potuto archiviare la questione anagrafica: sì, son sempre giovane, sì, riesco sempre ad immedesimarmi nelle pippe mentali di un brufoloso adolescente e sì, la quantità di telefilm banali, noiosi e sopravvalutati sta prendendo il sopravvento.
Prima di tutto è necessario porre una premessa: non fermatevi al titolo. Questo fortunatamente è solo la storpiata traduzione italiana, lustrino per le allodole, pronto a standardizzare e appattire qualsiasi cosa pur di attirare maggiormente l'attenzione del pubblico. Il titolo originale è Awkward, traducibile in italiano come goffa, impacciata, scomoda... tutti termini in grado di dare maggiore spessore, maggiore sviluppo ad una stessa figura, e tutti termini che prima o poi ritornano. La magia della lingua inglese.
Nella realtà Jenna, questo il nome della protagonista, non è neanche così nerd. Sì certo, ha un computer, non è certo una cheerleader ed è un filo goffa nei movimenti ma non porta occhiali, fa un discreto uso di spazzola e phon, non è un genio a scuola e non è un mago dell'hi-tech: direi che è una persona più che normale. Di base avrebbe anche una famiglia normale (sempre che non si prenda a modello quella del mulino bianco), nessuna storia lacrimevole alle spalle, non è cresciuta per strada, tutti i parenti entro il 6° grado sono vivi ed ha una migliore amica che si porta dietro dall'infanzia. 
Per quanto la storia alla base di tutto oscilli sul filo della banalità, quello che fa veramente la differenza in Awkward, rispetto a tanti altri teendrama simili, è la capacità di non averla affrontata in modo banale. Credo che il dislivello sia notevole. Un conto è prendere la storia, anche più complicata del mondo, e trattarla con superficialità. Di opposto tenore è il trattare una vicenda normale, senza eroismi, senza tortuosità (perchè lo ripeto, stiamo parlando di normali adolescenti brufolosi, non grandi manager o grandi artisti) ma in modo non asciutto. Senza proporre solo fotografie di personaggi, andando a scavare un po' nel loro passato, scoprendo perchè sono così e cosa li ha resi tali, affrontando con loro piccoli o grandi drammi. Questo Awkward lo fa. Lo adoro. 
Un difetto: il numero di puntate. Solo 12, ma si può? Per di più durano tutte 20 minuti ciascuna... da lasciarti con l'acquolina in bocca ogni volta! Mannaggia a loro!

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