All the lost souls - James Blunt

Avete presente quanto si è abusato negli ultimi tempi della frase una voce da brivido? Bene, io ho trovato davvero la mia voce da brivido. L'album di cui vorrei parlare oggi è All the lost souls, di James Blunt. Un disco praticamente perfetto.
Un giusto ascolto inizia dalla prima traccia che sembra partire sottovoce per farsi conoscere piano piano. Il pezzo è 1973 la cui intro a pianoforte ti conduce gradualmente a tutti gli altri stumenti e poi alla voce. Sempre sulla via del melodico, subito dopo si incontra One of the brightest stars, scritto, cantato e in buona parte anche suonato dallo stesso James Blunt il quale, su un soave sottofondo musicale, mette in mostra molte delle sfumature che la sua voce può assumere. 
I'll take everything in this life.
I'll join everyone 'cause all men die.

I'll take everything è uno dei miei pezzi preferiti. Abbandonato un attimo il terreno del melodico si punta su una strada diversamente ritmata, leggermente RnB, molto particolare. E' una dichiarazione di volontà, di voler godere a pieno di tutte le gioie della vita, perchè la morte è inevitabile... e su quel 'cause all men die potrei anche sciogliermi seduta stante.
Sicuramente più famose di queste ultime è Carry you home, traccia numero 5 con la quale si torna a quello che pare essere il suo stile preferito: voce su una base dove a farla da padrone è uno degli strumenti. Se per le prime due era il pianoforte (da libretto, suonato da lui stesso), questo è il caso della chitarra, capace comunque di coinvolgere tutti i suoi colleghi per il ritornello, decisamente più carismatico.
Confesso: ho conosciuto questo album solo pochi mesi fa. E' stato pubblicato nel 2007 ed in effetti non è che ho scoperto dell'esistenza del suo autore solo ora, semplicemente non me ne ero mai appassionata fino a voler sapere qualcosa in più di quanto non girasse incontrollato per radio, tv e simili. Forse tutti, almeno una volta, abbiamo ascoltato i singoli tratti da questo album. James Blunt in quegli anni era un prodotto molto da festival bar, colonne sonore per le pubblicità, non passava certo inosservato come un qualcosa di nicchia. Come mai, allora, non si è mai andati oltre il terzo singolo? E' un vero peccato, forse questo ha ridotto la pubblicità a tutto il disco, soprattutto perchè alcune canzoni sarebbero state veramente degne di venire a conoscenza dei più. Un esempio è il pezzo successivo, un altro dei mie preferiti, Gime some love. Invito all'ascolto di questa canzone tutti quelli che non hanno creduto all'introduzione che ho fatto sulla voce da brividi, qui ne esce veramente al suo meglio, coinvolgendoti nelle parole, nel ritmo e portandoti compulsivamente a schiacchiare back sul tuo lettore per non sentire mai la sua assenza.
Come in un vero percoso, più le tracce passano, più i toni cambiano. Si è partiti in dolcezza, si sono ascoltati diversi ritmi e ci si appresta alla conclusione rinforzandoli.
Penultimo incontro sulla nostra strada è quello con Annie, la voce è un po' meno sospirata e la chitarra non è più solo sfiorata. La batteria ti fa capire che ci stiamo portanto sulla strada del rock... e senza neanche accorgertene è già I can't hear the music.
Ciò che fa di un buon album un ottimo album è la scelta (azzeccata) della prima e dell'ultima traccia. Faccio molta attenzione ai primi suoni che ascolto dopo aver premuto Play, e mi auspico sempre che siano un buon biglietto da visita per tutto quello che seguirà. La conclusione non può, però, ugualmente, essere lasciata al caso. Deve dirti ciao ma nella maniera più calda e accogliente possibile, deve invitarti a ricominciare il percorso dall'inizio e portarti a pensare è stato bello conoscerti. Tornerò presto. Questo accade quando, ascoltando l'ultima canzone, ti sembra di avere i fuochi d'artificio davanti agli occhi. E' una sensazione particolare, forse impossibile da descrivere a parole, decisamente più accessibile in musica. I can't hear the music ci riesce, ti prende per mano, ti porta in mezzo alla piazza, ti mostra il meglio di se e ti lascia andare via verso l'orizzonte.

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