Tracce dal passato: Luca Dirisio

Ieri sera per caso ho scoperto che anche quest'anno l'isola dei famosi è iniziata senza avvertirmi. Dico che l'ho scoperto per caso giusto perchè ero andata sul DaveBlog per vedere che si diceva di Sanremo... ed ecco lì, della sera prima, la trash cronaca della prima puntata. Pare che il gioco di luci sul volto di Simona non sia particolarmente riuscito, ma questo è un'altra storia. Quello che mi interessa è il fatto che ho notato che tra i partecipanti di quest'anno, tra una valanga di ignoti (ma anche quest'anno hanno creato la sezione non famosi?), figura Luca Dirisio... e i mie ricordi volano a qualche anno fa. Erano i tempi del festival bar, quell'anno era condotto da Fabio de Luigi e Vanessa Incotrada. Lui fu presentato come uno degli artisti emergenti... e qualche tempo dopo, non so come, mi ritrovai fresca fresca di paghetta in un negozio di dischi a comprare il suo album.
Per fortuna i CD non vanno mai a male e, per quanto lo abbia un po' trascurato recentemente, in questo momento sta dando il meglio di se nel lettore rievocando un po' quella magia che allora si creava quando tornavo a casa con il mio bottino e mi intrufolavo in salotto nella speranza di constatare che avevo fatto un buon acquisto. Sì, con quest'album omonimo al suo autore ho fatto un buon acquisto.
Oggi il lettore CD non è più solo quello del salotto ma già dopo aver premuto Play ecco suonare le prime latineggianti note di Tu che fai, prima traccia sicuro traino per tutto quello che viene dopo. Seconda traccia è Il mio amico vende il tè che ho sempre letto come un invito a cogliere l'attimo e non farsi inglobare dal sistema, anche se i doppi sensi sull'amico che vende il tè = pacco di gioia si sprecano. Segue Le fate che pare partire come una dolce favola ma cade presto nel terra terra voglio credere alle fate, credo anche alle tue stronzate. Si tratta di un caloroso consiglio a credere solo a ciò che si vede con i propri occhi.
Arriva finalmente quale quarta canzone dell'album la canzone con la quale si presentò al festivalbar Calma e sangue freddo con toni tra il rock e rap. Effetto molto particolare che ancora oggi capisco perchè mi avesse incuriosito così tanto. Segue Usami, a detta di molti miglior traccia dell'album che mi ricorda molto lo state of mind di Tiziano Ferro dei primi album, con la sola differenza che Luca non va a deprimersi andando sostanzialmente ad affermare che l'importante è cadere in piedi. Non mi sposto: cerco nuove regole che valga la pena rispettare. Destino anarchico: forse la mia preferita per quel che riguarda la musicalità. Sono tornate di nuovo le stelle e 'sta volta, giuro, non ci rinuncerò! Parla della necessità di non farsi sopraffare da quelli che ci circondano e puntare direttamente al soddisfacimento dei nostri obiettivi e desideri: non cadere nelle morse del destino ma plasmarlo noi stessi, con le nostre scelte. Grano di sale: i toni tornano ad abbassarsi e le melodie ad addolcirsi in vista del gran finale. Per sempre: probabilmente la traccia più famosa di quest'album, non mi impegno a dire nient'altro se non che, probabilmente, probabilmente, è questa oggettivamente la migliore traccia. Ultima ma mai ultima Per le mie mani.

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