Season Premiere: The mentalist, 3° stagione

Il gran ritorno di Patrick Jane sul mio piccolo schermo del PC è festeggiato con una botta di idiota al suo nuovo capo. Cioè, il capo del suo capo... insomma, una storia complicata, ma che già promette bene.
Dall'ultimo episodio della stagione precedente è trascorsa una sola estate. Come nella realtà, affascinante! Quello che ci ritroviamo davanti è un biondino, contrariato dai lobbisti e con uno scarso sense of humor nei confronti del povero assistentino del capo. Mai assente, ovviamente, il gilet e quel pizzico di fascino del suo occhio malandrino che cerca di farsi largo sotto uno strato di barba incolta. Dai piani alti temono un crollo nervoso.
Di Cristina, misteriosamente scomparsa la scorsa stagione sappiamo solo che è tra le mani di Jhon il Rosso... come possa parlare di questo con Lisbon dopo averle taciuto le parole sussurategli alle orecchie, non ci è ancora chiaro, ma temo che anche questo lo scopriremo nelle prossime puntate.
Rigsby e Van Pelt arrivano in scena senza neanche un minimo di preavviso, dopo quasi un quarto d'ora dall'inizio della puntata, come se neanche fossero invitati. Ancora meno entusiamo per Cho che quasi non lo si vede se non lo si cerca. Se questo rimane inutile e taciturno per tutto il tempo dell'episodio, forse, non altrettanto può essere detto degli altri due, che certamente non brillano per la loro personalità, ma ai quali par quasi scorgere più di un'occhiata d'intesa... che nascondano qualcosa? Sinceramente a questo punto lo spero, visto che il clima generale è di tendente freddezza e barbosità, sempre che questo termine esista veramente.
Di Lisbon ormai abbiamo capito che ha meno vita sociale di Luca Benvenuto, è pacifico e lo accettiamo. Cho è sinonimo di inutilità, un po' come Heidfeld. Chi? Appunto. Patrick è un ameba per natura. Mi par ovvio che uniche soddisfazioni ce le debbano dare loro.
In generale la puntata è stata piatta e noiosa. Più di una volta mi sono distratta a far altro, nonostante fosse abbastanza importante per me concentrarmi sull'inglese per capire cosa stava accadendo. Nell'esatto istante in cui stavo per inforcare la tastiera ed esprimere tutta la noia che stavo covando dentro di me, ecco lì che, ancora una volta, il mitico Jane mi stupisce, confessa come forse non gli era mai capitato prima, tutta la sua frustazione a Lisbon, i suoi timori per coloro che gli stanno vicino ora, visto che fino a quel momento sono tutti finiti male e quasi un senso di insofferenza verso la sua stessa vita nel quale si sente imprigionato. Lisbon lo consola, ma senza troppi giri di parole, arriva subito al sodo e gli dice che per quanto possa cercare di fuggire, non gli riuscirà mai veramente, perchè ormai sono una famiglia. Chi di empatia ferisce di empatia perisce... e insieme continuano a punzecchiarsi e inseguirsi verso l'orizzonte, pronti per la prossima missione. E mi sento pronta anch'io!
Mi chiedo come possa sembrare agli ideatori una bella idea inoltrare la puntata su un livello di piattume come questo, senza particolari colpi di scena o rivelazioni interessanti, per poi concentrare qualcosina di interessante solo agli ultimi secondi, quando con lo stesso materiale avresti potuto tirare su un intero episodio decisamente più coinvolgente. La scelta si spiega ancora meno quando si tratta di una season premiere, che dovrebbe invogliare il telespettatore, non solo a seguire tutta la puntata, ma a tornare la settimana dopo per quella successiva.

Commenti