Questione Annozero

Essendomi persa la puntata di giovedì scorso, visto che ero sommersa dalle uova di pasqua, stavo cercando di raccattare in giro qualche informazione per dire la mia quando mi sono imbattuta in lui che credo abbia detto proprio quello che pensavo ma, da giornalista vero, molto meglio...

Il problema non è lo strumento carta, il problema è quello che uno ci mette sopra. Dopo un editoriale del genere ci si attenderebbe che il Corriere della Sera non dico si mettesse a fare le pulci alle inefficienze dei soccorsi in Abruzzo – che pure sono stati meritori. Parlare delle inefficienze non vuol dire criticare quelli che hanno prestato soccorso, vuol dire criticare la macchina organizzativa. Chi ha guardato Annozero con occhi non dico vispi ma quanto meno in coma vigile, diciamo, ha capito benissimo cosa voleva dire quel signore che all'inizio della trasmissione indicava sulla montagna di rovine delle persone con la divisa gialla che stavano con le mani conserte e diceva “questi non fanno un cazzo”. Non voleva dire che quelli erano venuti lì magari dal Veneto, dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Calabria, dalla Sicilia per non fare un cazzo – perché se uno non vuole fare un cazzo se ne sta a casa propria e nessuno se ne accorge. E' evidente che voleva dire che questi signori erano arrivati lì pieni di buona volontà per aiutare ma la macchina organizzativa non era in grado di dargli qualcosa da fare e quindi nelle prime ore, soprattutto, si sono disperse molte energie perché non c'era una pianificazione.Pianificazione che avrebbe dovuto essere fatta, anzi che dovrebbe già essere pronta con dei piani di evacuazione e soccorso standard, a ogni allarme. L'allarme c'era, c'era da mesi. E qui entriamo nel merito delle critiche che ha fatto Annozero, unica trasmissione in Italia in mezzo a una marea di messe cantate piene di retorica, piene di sciacalli veri, a cominciare dal TG1 dove il grande Johnny Riotta ha dato il suo estremo saluto ai telespettatori per passare a dirigere il Sole 24 Ore. Tra l'altro peccato, perché era diventato un bel giornale con De Bortoli. Bene, Riotta ha dato il suo saluto facendo leggere da una signorina i dati di ascolto crescenti, a mano a mano che cresceva il numero dei morti nella giornata di lunedì scorso.Ma di questi casi di sciacallaggio abbiamo letto molto in rete e molto poco sui giornali. In ogni caso, il problema della macchina organizzativa è strettamente legato al problema degli allarmi: avete visto che per tutta la settimana hanno massacrato il povero Giuliani. Ancora si legge, da questi grandi esperti di terremoti – Feltri, eccetera – che ad Annozero si sarebbe accusato Bertolaso di non avere ascoltato le profezie di Giuliani. Assolutamente no, nessuno ha detto a Bertolaso che doveva ascoltare le profezie di Giuliani, si diceva che avrebbe dovuto ascoltare 4-5 mesi di sciame sismico, o lui o chi per esso perché poi abbiamo visto che è molto occupato in eventi sportivi, G8... è un esperto di grandi eventi, Bertolaso, non di Protezione Civile. Se Giuliani non è uno scienziato di terremoti, Bertolaso non è un esperto di Protezione Civile. Fa il responsabile di Protezione Civile, ma non è un esperto di Protezione Civile. Chiunque abbia seguito lo scandalo della monnezza a Napoli sa che è stato commissario già tempo fa, della monnezza, e non aveva combinato assolutamente niente e tutto il suo staff, lui compreso, è indagato e in parte addirittura sotto processo a Napoli proprio per quelle scene meravigliose delle discariche che sversavano liquami e percolati perché consapevolmente venivano imbottite di rifiuti che non dovevano essere lì.Stiamo parlando di una persona che dato che si occupa da molti anni di protezione civile è parte integrante del problema, quindi è difficile che lo possa risolvere. Da Bertolaso ci si attendeva che ciò che è stato detto ai funzionari della prefettura de L'Aquila che se la sono data a gambe, a mezzanotte, dopo la forte scossa delle 23.30 venisse detto anche al resto della popolazione. Voi sapete che il comandante è l'ultimo a lasciare la nave, nel codice della navigazione: evidentemente nel codice delle Prefetture, del ministero dell'interno e della Protezione Civile così ben gestite il comandante è il primo a darsela a gambe. Il palazzo della Prefettura viene evacuato intorno alla mezzanotte e ai cittadini non viene detto niente, tant'è che alle tre e mezza della notte, quando tutto crolla, ci rimangono sotto (stima di queste ultime ore) circa 300 persone.
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come ha dimostrato Ruotolo nei suoi bellissimi servizi insieme a Bertazzoni dalle zone terremotate, il centro di coordinamento de L'Aquila a cinque giorni dal terremoto, giovedì sera, non aveva ancora un coordinatore responsabile. Naturalmente, non è che è arrivato qualcuno in quelle tre ore di trasmissione a dire “non è vero, il coordinatore sono io, bugiardi.”
Non è arrivato nessuno a smentirlo, ma sui giornali del giorno dopo trovavate “vergogna, hanno detto che non c'è un coordinatore”. Il problema è: vergogna, non c'è un coordinatore!Il problema è sempre di chi li racconta gli scandali, non di chi li propizia.
Marco Travaglio


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